Gli Scavi
L’area archeologica dell’Accesa entra negli interessi degli archeologi negli anni Venti del secolo scorso. Nel 1926, in occasione del Primo Convegno Nazionale Etrusco, vi fu organizzata un’escursione e i partecipanti poterono notare una grande quantità di scorie di fusione dell’’antica lavorazione del minerale di ferro, che si estraeva nelle vicine miniere di Serrabottini e Fenice Capanne. Dal 1928 al 1930 furono effettuati scavi archeologici sotto la direzione di Doro Levi con la collaborazione di Gaetano Badii, pubblicati nei Monumenti Antichi dei Lincei XXXV, 1933. L’attenzione fu concentrata, come era uso a quel tempo, sulle tombe. I pochissimi resti di edifici ritrovati non furono oggetto di analisi approfondite né sul terreno né sulla pagina. Le tombe, di vario tipo, quasi tutte violate, spesso erano state sconvolte nella loro struttura dagli interventi dei violatori. I reperti, benché scarsi e deteriorati, hanno consentito di delineare un profilo della cultura locale tra il IX e il VI secolo a.C. Gli abitanti dovevano essere impegnati nell’attività mineraria, metallurgica e metallotecnica. L’insediamento dipendeva dal grande centro di Vetulonia, al quale era legato dalla via naturale segnata dal corso del fiume Bruna, che è un’emissario del lago e scorre verso Vetulonia.
Gli scavi sono stati ripresi nel 1980, condotti con regolari campagne annuali dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità “G. Pasquali” dell’Università di Firenze fino al 2010. L’interesse precipuo è stato rivolto all’abitato, i cui sono stati messi in luce diversi quartieri, senza tuttavia trascurare le tombe (oltre quaranta quelle esplorate), le quali hanno allargato e puntualizzato i problemi relativi all’ideologia funeraria emersi già negli anni Venti del secolo scorso. Dal 2011 la concessione di scavo e lo studio dei dati è passato alla Lorenzo de' Medici e l'anno successivo al CAMNES. Gli scavi sono attualmente interrotti.
On the left, Tomb 3 - Macchia del Monte Necropolis, Accesa (GR).