Testi dei pannelli del Parco Archeologico di Macchia della Riserva di Tuscania (VT)
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La necropoli etrusca del Pratino sorge in una zona pianeggiante, sul margine orientale dell’area di Macchia della Riserva ed è stata individuata in seguito a ricognizioni sul terreno, che hanno rilevato che era stata oggetto di un’intensa attività di scavo clandestino. Nonostante ciò, l’indagine sul campo ha restituito alcuni contesti funerari praticamente integri ed ha comunque consentito di acquisire dati circa la distribuzione delle tombe, la loro tipologia e la loro cronologia. Le strutture funerarie sono disposte fittamente secondo due assi fondamentali est-ovest e nord-sud, talvolta intersecandosi e addirittura sovrapponendosi l’una sull’altra. In particolare, alcune tombe a fossa e a loculo verticale occupano gli spazi liberi tra le tombe a camera, disponendosi con un diverso orientamento rispetto a queste ultime, cosa che, unitamente ai materiali dei corredi recuperati, induce a ricondurle ad una fase recenziore della frequentazione della necropoli, che, nel suo insieme, si è sviluppata nel corso dell’età ellenistica per raggiungere la prima età imperiale romana. L’intenso sfruttamento di questo spazio cimiteriale appare confermato dall’utilizzo della stessa camera per ospitare deposizioni primarie fino nel camminamento interno o secondarie nella parete verticale delle banchine, con la creazione di piccoli loculi, destinati alla funzione di ossario. La tipologia e le dimensioni delle strutture funerarie risultano assai varie. Tra le tombe a camera ipogea, se ne annoverano alcune di grandi e medie dimensioni, con camminamento interno centrale e grandi banchine laterali scompartite in loculi orizzontali affiancati (nn. 20, 21, 22, 25, 44 A); altre sono di dimensioni inferiori, destinate a famiglie nucleari, con banchine semplici lungo le pareti (nn. 23, 28, 32, 37, 47); altre ancora sono a deposizione individuale, con una sola banchina (n. 26) o addirittura ne sono prive (n. 27). In alcuni casi, dei loculi sono stati realizzati nelle pareti dei corridoi di accesso alle camere (nn. 20, 22, 37). Altre tipologie tombali presenti sono quelle a fossa rettangolare (nn. 24, 30, 31, 35, 48), talora coperta da tegole, e a loculo verticale con camminamento (nn. 29, 36, 45). Anche se il rito assolutamente prevalente è quello inumatorio, sono stati rinvenuti nelle camere anche vasi cinerari, alloggiati in apposite nicchie. Sono stati inoltre recuperati diversi cippi litici a colonnetta, con funzione di segnacolo funerario.